Ricostruire un copricapo ligure

Ipotesi ricostruttiva di un copricapo conico Ligure in materiale organico (pelle, feltro e lino) basata sulla testa in arenaria rinvenuta nel territorio di Dogliani (CN) databile alla media età del Ferro.

Si presenta la ricostruzione ipotetica di un copricapo Ligure realizzato per l’attività ricostruttiva per l’ambito delle guerre romano-liguri del III e II secolo a.C. Tale ricostruzione nasce soprattutto dalla volontà del curatore del blog di differenziare l’armamento dei fanti liguri da quello dei fanti celtici coevi; armamento che, come emerge eminentemente da contesti quali la necropoli di Cafaggio (Ameglia), dalla tomba ligure n.2 di Veleia (PC), dalle tombe isolate di Pulica, Casaselvatica, Pegazzano e Tombara di Pariana (ed altre) era profondamente celtizzato per quanto ineriva alle armi d’offesa (spada lateniana a doppio tagliente con fodero in metallo, cinto sospensorio) e dagli oggetti atti alla difesa del guerriero (elmi). Per differenziare quindi il fante ligure del periodo si è voluto lavorare su una delle pochissime realtà scolpite provenienti dall’areale ligure pre-romano: il ciottolo in arenaria da Dogliani, datato tra VI e V secolo a.C. che presenta un copricapo conico difficilmente ascrivibile ad una tipologia in metallo (cfr. elmo conico da Oppeano e da Fiorenzuola D’Arda) mentre appare evidente trattarsi di un copricapo in materiale organico per via delle solcature verticali che rendono piuttosto una cucitura.

Rig Ateboduus del Teuta Brig con indosso il copricapo ricostruito

La forma ricorda gli elmi conici rappresentati sull’arte delle situle e rinvenuti a Oppeano (Verona) e Villanova D’Arda (PC) e datati all’inizio del V a.C. Il copricapo di Dogliani però si caratterizza per la particolarità delle scanalature verticali che ricordano più delle cuciture (cfr. gambesone medievale e/o il “centone” rappresentato su una moneta cesariana con trofei gallici) che la resa del metallo.

Ciottolo in arenaria da Dogliani
Testa in calcare da Dogliani
Disegno del ciottolo: si può notare al meglio la struttura del copricapo.

Nel disegno si apprezzano meglio le scanalature verticali e si nota il rigonfiamento dato dal “salsicciotto” che forma la circonferenza del copricapo.

Per maggior chiarezza in merito a questo “copricapo” occorre segnalare che la sua funzione non può essere definita in modo preciso ed univoco: se infatti per gli elmi conici in bronzo (vedi sotto) è indubbia la loro funzione protettiva in contesto bellico, il ruolo di un copricapo come quello rappresentato sul ciottolo di Dogliani (e i copricapi celtici conici in corteccia di betulla rinvenuti per esempio nel tumulo principesco di Hochdorf e al Dürrnberg) non può essere stabilito in modo insindacabile. Si tratta cioè di un copricapo che si trova sul limite tra l’oggetto pratico da protezione contro le intemperie (sole, pioggia…) per contadini, viandanti, guerrieri e una minima protezione in caso di guerra, grazie all’imbottitura interna.

Parallelismi coevi col copricapo conico della testa di Dogliani:

Elmo conico in bronzo da Fiorenzuola d'Arda (rinvenuto nel dragaggio del fiume PO) - fine VI inizio V
Elmo conico in bronzo da Fiorenzuola d'Arda (rinvenuto nel dragaggio del fiume PO) - fine VI inizio V
Elmo conico da Oppeano - V ac
Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Elmo conico da Oppeano - V ac Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Situla della Certosa (500-475 a.C.), prima fascia: all'estrema destra sono visibili alcuni portatori d'ascia con elmo conico.
Bronzetto umbro-ligure da Servirola (RE), fine VI a.C.: il personaggio indossa un copricapo conico, che potrebbe essere assimilabile al copricapo indossato dagli aruspici etruschi.
Bronzetto umbro-ligure da Servirola (RE), fine VI a.C.: il personaggio indossa un copricapo conico, che potrebbe essere assimilabile al copricapo indossato dagli aruspici etruschi.
Situla di Nesazio, datata attorno al 500 a.C.

La figura dell'aratore, in basso a destra, presenta un copricapo conico, difficilmente pensabile in materiale metallico. alla luce dell'attività svolta, più probabilmente in materiale organico (cuoio o corteccia, per le loro proprietà di protezione dalla pioggia?).
Situla di Nesazio, datata attorno al 500 a.C. La figura dell'aratore, in basso a destra, presenta un copricapo conico, difficilmente pensabile in materiale metallico. alla luce dell'attività svolta, più probabilmente in materiale organico (cuoio o corteccia, per le loro proprietà di protezione dalla pioggia?).
Bronzetto di guerriero da Ripatransone: porta in capo un copricapo che pare essere composto da diversi elementi (almeno due).
Bronzetto di guerriero da Ripatransone: porta in capo un copricapo che pare essere composto da diversi elementi (almeno due).
Cappello conico in corteccia di betulla dalla tomba 352 del Dürrnberg (Keltenmuseum di Hallein), simile a quello rinvenuto nel sito di Hochdorf.
Cappello conico in corteccia di betulla dalla tomba 352 del Dürrnberg (Keltenmuseum di Hallein), simile a quello rinvenuto nel sito di Hochdorf.
Bronzetto dello dell'Aratore di Arezzo (Museo Etrusco di Villa Giulia, Roma).
Bronzetto dello dell'Aratore di Arezzo (Museo Etrusco di Villa Giulia, Roma).

L’ipotesi ricostruttiva:

Posto che il reperto di Dogliani è più antico per il periodo di interesse, bisogna pertanto appurare se tali copricapi potessero essere utilizzati anche nei secoli successivi; a tal proposito è illuminante l’iconografia rappresentata sull’Arco di Augusto (detto anche Arco di Cozio) di Susa, eretto tra 9-8 a.C. per festeggiare la ritrovata amicizia tra il regnante ligure (celto-ligure?) e del suo popolo arroccato tra le Alpi Cozie (che da lui prendono il nome).

Sull’altro versante, rivolto verso l ’Italia, del paese montuoso di cui ho parlato, abitano i Taurini, tribù ligure, e altri Liguri. A questi appartiene la cosideetta terra di Donno e di Cozio. Dopo di essi e del Po vi sono i Salassi. Strabone IV 6, 6

Nel fregio, oltre alla rappresentazione del sacrificio di animali, sono rappresentati due cortei di fanti e cavalieri: i fanti – se è plausibile intepretarli come fanti locali – indossano tutti copricapi conici. Posto che alcuni studiosi vedono una volontà arcaizzante, posto che alcuni vedono la mano di un lapicida locale, la questione principale è che una tipologia di elmo conico, nella zona (in realtà nel nord Italia in generale) non ne sono state rinvenute e tale tipologia parrebbe non essere più in auge già nel IV secolo.

Particolare del calco in gesso del fregio figurato che orna l'Arco di Trionfo di Susa (cosiddetto Arco di Augusto o Arco di Cozio), eretto tra il 9 e l'8 a.C. per celebrare l'alleanza tra Roma ed il Re celto-ligure Cozio. Nel particolare si vede un corteo di fanti armati con scudi oblunghi, tunica, lancia, indossare dei copricapi conici. Per alcuni studiosi il fregio è volutamente arcaizzante.

Posti questi problemi, con la consapevolezza che questo copricapo non è affatto certo ma solo plausibile per il periodo delle guerre romano-liguri, la proposta è che tali copricapi (elmi?) potessero essere in materiale organico, sia esso cuoio/pelle o corteccia.

Un passaggio della costruzione del copricapo: la cucitura delle scanalature verticali.
Un passaggio della costruzione del copricapo: parricolare dell'imbottitura imterna in lino e lana cotta.
Tiz del Teuta Brig con indosso il copricapo ricostruito.

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