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La deportazione dei Liguri Apuani

La deportazione dei Liguri Apuani

24 Dicembre 2016ApuaniLivio4711Views1Comment
La deportazione dei Liguri Apuani

Sulla deportazione dei Liguri Apuani nel Sannio (180 – 179 a.C.):

(180 a.C.) I Liguri, che prima dell’arrivo dei consoli nella provincia non si sarebbero aspettati la guerra, assaliti all’improvviso, si arresero in numero di circa dodicimila uomini. Cornelio e Bebio consultarono dapprima per lettera il Senato, quindi stabilirono di deportarli dai monti in territori di pianura lontano dalla patria, affinché non potessero sperare di tornare a casa loro, stimando che le guerre con i Liguri non sarebbero mai cessate, se non si fosse preso tale provvedimento. Il popolo romano possedeva agro pubblico nel territorio dei Sanniti: terre che erano state dei Taurasini. Volendo deportare colà i Liguri Apuani, ordinarono che questi scendessero dalle loro montagne con i figli e con le mogli, portando con sé tutti i loro beni. I Liguri supplicarono più volte, per mezzo di ambasciatori, di non essere costretti a lasciare i loro penati, la patria in cui erano nati e le tombe dei loro padri: promettevano in cambio di consegnare le armi e di dare ostaggi. Poiché non ottenevano nulla e non avevano forze sufficienti per combattere, obbedirono all’editto. Circa cinquantamila uomini liberi, con le loro donne e i figli, furono trasferiti (traducti) a spese dello Stato. Furono loro assegnate centocinqantamila libbre d’argento, con cui procurarsi il necessario per stabilirsi nelle nuove sedi. La divisione e l’assegnazione del territorio furono affidate agli stessi che avevano organizzato il trasferimento, Cornelio e Bebio; su loro richiesta, fu loro assegnato dal Senato un collegio di cinque membri (quinqueuiri) con funzioni consultive. Portata a termine l’impresa e ricondotto a Roma l’esercito veterano, il Senato decretò loro il trionfo; furono i primi a trionfare senza avere combattuto una guerra. Davanti al cocchio trionfale furono condotte solo le vittime per il sacrificio, perché nel loro trionfo non c’era bottino o prigionieri da fare sfilare, né altro che potesse essere distribuito ai soldati.
Livio XL, 38

(179 a.C.) Entrambi i consoli guidarono gli eserciti contro i Liguri da diverse parti. Postumio con le legioni prima e terza attaccò i monti Ballista e Letum e bloccando con presidi i loro stretti passaggi, tagliò ai Liguri i rifornimenti, costringendoli alla resa per la mancanza di ogni mezzo di sussistenza. Fulvio, assaliti con la seconda e la quarta legione, da Pisa, i Liguri Apuani, e cioè quelli di loro che abitavano lungo il fiume Magra, ne accolse la resa, nel numero di circa settemila uomini. Dopo averli imbarcati, li trasportò oltre la costa del mare Tirreno, fino a Napoli. Di qui furono trasferiti nel Sannio e fu assegnato loro un territorio fra i loro compatrioti. A. Postumio abbatté le vigne e bruciò il frumento dei Liguri Montani, finché essi, costretti da tutti i disastri subiti durante la guerra, si arresero e consegnarono le armi.
Livio XL, 41

 

La deportazione dei Liguri Apuani
La deportazione dei Liguri nel porto di Luni, 180 a.C. – Immagine by Inklink Studio

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Il simbolo del guerriero. La spada dei Celti d’Italia – a Modena il 16 aprile 2016

Fante Ligure secondo l'illustratore Johnny Shumate

Diodoro Siculo: i Liguri

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