Archeoparco Ticinese e pozzetti votivi

Domenica 23 novembre 2008 GALLIATE (NO) : POSA DELLA PRIMA PIETRA ALL’ARCHEOPARCO

Località ” La Specola “ al confine del parco del Ticino.

Il Gruppo Storico Archeologico Galliatese – in occasione della posa della prima pietra del futuro parco archeologico della Specola ( in questa zona di Galliate, proprio al confine con il Parco del Ticino, è stata infatti rinvenuta un’importantissima necropoli celtica ancora in gran parte da indagare ) – organizza una giornata interamente dedicata ai Celti. Fin dal primo mattino ( e sino alle 16,30 ) sarà possibile visitare nel fossato del castello la ricostruzione di un accampamento celtico ( usi e costumi … e non solo ) realizzato da gruppi provenienti da tutta italia. Alle 14,30 alla Specola ci sarà, invece, la cerimonia della posa della prima pietra dell’archeoparco alla presenza delle autorità civili e religiose. Alla sera alle 21, infine, nella sala consiliare del Castello si terrà un concerto di musica celtica ( Cantlos: musica celtica al femminile ).

Il G.S.A.G. potrà realizzare l’archeoparco grazia ad un contributo della Regione Piemonte di 700.000 Euro. Per saperne di più sull’opera e sui celti : www.vertamocori.it

Qui la locandina in pdf della manifestazione:
[www.amiciparcoticino.it]

Per l’occasione è stato scavato un pozzetto di 1x1x1 (ma tali fosse, specialmente se in concomitanza di fonti sotterranee, potevano raggiungere i 60-80 metri di profondità), nel quale sono stati sacrificati doni votivi, ed una pietra incisa coi nomi dei gruppi [..posero..] è stata posta sul luogo a ricordo dei gruppi partecipanti all’evento.

I gruppi partecipanti sono stati:
– Teuta Vertamocori, promotori dell’evento assieme allo G.S.A.G. (grazie mille Eso)
– Teuta Brig
– Teuta Kenomanes Ambatii
– Teuta Adui
– Teuta Levi
– Popolo di Bribrax
– Boi de Dam
– Legio Fulminata, gruppo romano (per sancire l’amicizia hanno posto una targetta col numero della legio]

I doni sono stati deposti sul fondo del pozzetto, alcuni inseriti all’interno di un vaso in terracotta di provenienza magno greca, altri deposti sulla nuda terra.

La deposizione ha il valore simbolico di allontanare gli oggetti dall’uomo: ci si separa in linea definitiva da una cosa, consacrandola al dio, che è qualcosa di altro rispetto all’umano, e che abita in un altro luogo. L’oggetto viene quindi dedicato agli dèi, affinché essi riconoscano gli sforzi del dedicante, lo guardino con sguardo benevolente e assicurino vita prospera. 

La fossa simbolicamente unisce il mondo terrestre con quello dell’oltretomba, che è in profondità, è ctonio, nella terra su cui l’uomo cammina e vive, ma anche in un altro luogo, che non può essere veduto coi occhi umani.

Nelle fosse votive e nei pozzi (più profondi) rinvenuti in molteplici località dell’Europa, oltre a resti di sacrifici animali (con grande frequenza di quadrupedi canini e volatili) ed umani, sono:

– armi, solitamente rese inutilizzabili (piegate o infrante), ma anche integre

– scudi, principalmente in bronzo (frequenti in Inghilterra)

– attrezzi di lavoro

– vasellame

– corni, principalmente di cervo, rappresentativi della crescita e del mutamento

– sculture in legno (molte per esempio nella Senna), rappresentanti la stessa divinità, ma anche animali, uomini, o per gli ex voto, arti

– sculture in pietra o terracotta, come sopra

– pali, solitamente infissi sul fondo del pozzo, in posizione verticale (in Germania ad Holzhause, in un pozzo di 8 metri venne rinvenuto un palo incrostato di sangue e tessuto umano)

– un albero intiero (di 4 metri, a Le Bernard, nella Vandée)

– monete ed oggetti d’oro ed argento

– tegole

– carbone e cenere di sacrificio

 

Ovviamente, aggiungo io, molti degli oggetti sacrificati non sono arrivati sino a noi, ma è presumibile che fossero anche in materiali deperibili ed organici.

Intendo prodotti agricoli, frutti, cibi, bevande, ma anche oggetti in cuoio, lana e tessuti ecc.

 

Il rito, scritto dal sottoscritto Biatec, ha avuto lo scopo di rendere in un certo qual modo sacro, e quindi benvoluto alla divinità, il luogo dove verrà costruito l’acheoparco ticinese.

E’, praticamente, un rito propiziatorio. All’interno dell’evento è avvenuta anche la benedizione del sacerdote di Galliate.

Il rito è stato svolto alla presenza delle autorità di Galliate e delle regione Piemonte, che simbolicamente hanno inserito una pergamena all’interno del pozzetto.

Al seguente link sono visionabili le fotografie del rito, scattate dall’archeologa e amica Lara Comis:
[http://picasaweb.google.com]

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